Tumori del retto
I tumori del retto rappresentano circa il 20-30% di tutti i tumori colorettali e necessitano di una gestione differente rispetto ai tumori del colon. Questo per la particolare anatomia dell’organo, che è circondato da un tessuto adiposo ricco di linfonodi definito “mesoretto”, per la sua localizzazione nella pelvi, circondato da strutture vascolari e nervose, e per le implicazioni funzionali associate alla sua chirurgia.
La diagnosi, oltre che avvalersi della colonscopia e della TAC, vede come esami cardini anche la Ecoendoscopia (EUS) e la Risonanza Magnetica (RM) della pelvi. Tutti i tumori vengono inoltre caratterizzati dal punto di vista immunoistochimico, poiché recentemente sono state introdotte terapie mirate (ad esempio l’immunoterapia) molto efficaci per alcuni sottogruppi di pazienti.
Questi esami sono fondamentali in quanto forniscono informazioni cruciali sulla “profondità” di infiltrazione della neoplasia e per lo studio del sopracitato mesoretto, dei linfonodi in esso contenuti e delle fasce che lo circondano.
Lo studio di questi fattori consente di classificare le neoplasie del retto in “precoci” e “avanzate”.
Le neoplasie precoci possono essere trattate direttamente con la chirurgia, che rimane il cardine di trattamento, con asportazione o meno del retto a seconda della profondità della neoplasia. Alcuni tumori molto iniziali (polipi molto voluminosi, tumori in situ, T1) possono essere asportati con una tecnica innovativa transanale chiamata TAMIS, che consiste nella rimozione della neoplasia nella sua interezza senza accedere all’addome e senza rimuovere il retto.
In tutte le altre neoplasie, invece, il cardine della chirurgia risiede nell’asportazione completa del retto mantenendo integro il suo mesoretto, con una tecnica che si chiama Total Mesorectal Excision o TME. Questa tecnica rappresenta il fattore più importante per ridurre il rischio di recidive locali negli anni successivi all’intervento.
In casi di tumori più avanzati, invece, la chirurgia deve essere preceduta da terapie “neo-adiuvanti”. Queste terapie mirano alla riduzione volumetrica del tumore ed al suo controllo locale, specialmente nei casi in cui il tumore è molto basso, vicino all’ano ed ai muscoli deputati alla continuità.
In considerazione di questi caratteri di complessità, tutti i pazienti vengono discussi e visitati in maniera multidisciplinare, integrando le expertise dei vari professionisti coinvolti nelle fasi diagnostico-terapeutiche (anatomo-patologi, chirurghi, endoscopisti, medici nucleari, oncologi, radiologi, radioterapisti).
La nostra Struttura è all’avanguardia nel trattamento di queste patologie, con tecniche chirurgiche innovative robotiche e per via trans-anale (TaTME), che consentono una rimozione più accurata e completa del mesoretto, preservando gli sfinteri ove e quando tecnicamente ed oncologicamente possibile.
Queste tecniche chirurgiche consentono inoltre un maggior rispetto dei nervi presenti nella pelvi, deputati alla funzione urinaria e sessuale.
In Istituto sono inoltre presenti protocolli molto recenti di “organ preserving” e “watch and wait” dopo terapia neoadiuvante. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito ad un aumento del numero di pazienti che globalmente ottengono, durante chemio-radioterapia pre-operatoria, una cosiddetta risposta completa.
In questi casi le terapie agiscono così efficacemente che il tumore regredisce completamente, residuando unicamente una cicatrice. In casi selezionati si può quindi evitare o dilazionare l’intervento chirurgico, con tutte le conseguenze cui esso deriverebbero, ed iniziare un percorso di sorveglianza attiva molto dettagliato.
In INT è inoltre presente un percorso per i Tumori del Retto recidivi. Questo tipo particolare di situazione clinica richiede sempre una valutazione multidisciplinare chirurgica, oncologica e radioterapica. Sono attivi infatti protocolli di chemioterapia mirati e protocolli di re-irradiazione personalizzati, in collaborazione con le S.C. di Oncologia Medica e Radioterapia.
Nei casi candidabili ad intervento chirurgico, la complessità di quest’ultimo richiede sempre la compartecipazione di più professionisti. Nella maggior parte dei casi infatti la chirurgia intestinale si associa a procedure urologiche, ginecologiche o addirittura estese ai tessuti molli ed ai muscoli o alle ossa del bacino (exenteratio pelvica), con successiva necessità di ampie ricostruzioni di Chirurgia plastica.
Per la gestione multidisciplinare di questi pazienti è organizzato mensilmente un “Exent-meeting”, in cui i vari professionisti delle Strutture Complesse di Chirurgia Oncologica – Colon Retto, Chirurgia dei Sarcomi, Chirurgia Urologica, Chirurgia Ginecologica e Chirurgia Plastica collaborano fianco a fianco e discutono sulle indicazioni chirurgiche dei singoli pazienti.
Diversi sono i campi di studio nell’ambito di questi tumori attivi in INT: tecniche chirurgiche sempre meno invasive e con maggior preservazione dell’organo, oncologia di precisione, valutazione del DNA tumorale circolante, analisi del microbiota intestinale, bio-banca dei tessuti, interazione tumore-sistema immunitario, integrazione dell’Intelligenza Artificiale nel percorso di diagnostica e cura.
si
- Tumori benigni e maligni del retto
- Tumori metastatici del retto
- Tumori recidivi del retto
- Polipi del retto non asportabili endoscopicamente
Chirurgia Generale Oncologica 2 – Colon-Retto
Area Clinica, Struttura complessa
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Ultimo aggiornamento: 16/09/2025