Uso di Loncastuximab Tesirina in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) o linfoma a cellule B di alto grado (HGBCL) recidivante/refrattario che hanno avuto progressione di malattia dopo il trattamento con CAR-T - LORELY
Fase: Studi clinici di Fase II - III
Principal Investigator: Prof. Corradini Paolo
Struttura Principale: Ematologia
Farmaco: Loncastuximab Tesirine
Patologie: Tumori ematologici (Linfomi, Leucemie, Mielomi e altri)
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La terapia CAR (Chimeric antigen receptor) mirata al cluster di differenziazione 19 (CD19) è un trattamento promettente per I pazienti con linfoma a grandi cellule B (LBCL) recidivante o refrattario (R/R). Per il trattamento di questi pazienti sono state provate due terapie autologhe con cellule CAR-T dirette contro CD-19 (axicabtagene ciloleucel [axi-cel] and tisagenlecleucel), che mostrano risposte globali significative con dati di follow-up a lungo termine. Inoltre, è prevista a breve l’approvazione di una terza terapia con cellule CAR-T (lisocabtagene maraleucel).
Tuttavia, circa il 60% dei pazienti non risponde alla terapia CAR-T o ha una ricaduta e non ha opzioni terapeutiche, rappresentando così un’urgente esigenza medica insoddisfatta, con un esito negativo.
Loncastuximab tesirina è un farmaco-anticorpo coniugato (ADC) comprendente un anticorpo mirato al CD19 e dimeri di pirrolobenzodiazepina (PBD). I dati di fase 2 recentemente pubblicati hanno riportato un ORR del 48,3% con loncastuximab tesirina in monoterapia in una popolazione di pazienti con DLBCL chemio-refrattari fortemente pretrattati, con un profilo di sicurezza accettabile e indipendentemente dal grado di espressione di CD19. In particolare, sono state ottenute risposte incoraggianti anche nel linfoma di alto grado che presenta riarrangiamenti di MYC e BCL2 e/o BCL6 (double/triple hit), che è tipicamente associato a una prognosi molto sfavorevole.
Inoltre, un’analisi per sottogruppi dello studio ha mostrato un ORR del 46% per loncastuximab tesirina quando somministrato dopo il fallimento della terapia CAR-T, che è paragonabile al dato ottenuto nei pazienti che non hanno ricevuto la terapia CAR-T.
Sulla base di tali risultati, ipotizziamo che loncastuximab tesirina abbia il potenziale per indurre la remissione nei pazienti che hanno fallito la terapia CAR-T e possa essere utilizzato come ponte per il trapianto allogenico o per altre terapie di consolidamento. Si raccomanda di ripetere la biopsia prima di iniziare il trattamento con Loncastuximab per eseguire le analisi su biomarcatori.
Ultimo aggiornamento: 19/05/2025