Studio di fase I/IIb (controllato randomizzato) su Atezolizumab in combinazione con BEGEV come primo salvataggio in pazienti con linfoma di Hodgkin recidivante o refrattario al trapianto autologo di cellule staminali
Fase: Studi clinici di Fase II - III
Principal Investigator: Prof. Corradini Paolo
Struttura Principale: Ematologia
Farmaco: Atezolizumab
Patologie: Tumori ematologici (Linfomi, Leucemie, Mielomi e altri)
ClinicalTrials.gov: Leggi i dettagli su Clinical trials
Fase I/IIb, Attualmente fase I conclusa
Il tasso di risposta completa (CRR) ottenuto con la chemioterapia di induzione prima del trapianto autologo di cellule staminali (ASCT) rappresenta il fattore prognostico più forte nel linfoma di Hodgkin classico (cHL) recidivato/refrattario (R/R).
Il nostro gruppo ha sviluppato negli ultimi anni una chemioterapia di salvataggio pre-trapianto, il regime BEGEV, composto da bendamustina, gemcitabina e vinorelbina. Questo regime somministrato prima del trapianto autologo di cellule staminali si è rivelato un trattamento ottimale in grado di indurre una tasso di risposta completa del 75%, con una sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 5 anni del 59%.
Tale tasso di risposta completa è infatti decisamente maggiore di quanto si sia potuto ottenere con svariate tipologie di regimi di salvataggio di seconda linea. Recentemente è stata ampiamente dimostrata l’importanza di un normale funzionamento del sistema immunitario nel controllo dell’avanzamento della trasformazione neoplastica. La proteina 1 della morte cellulare programmata (PD-1) è una molecola immuno-inibitoria chiave espressa sulle cellule T e implicata nell'abbattimento dei livelli di cellule T CD4+ e nei meccanismi tramite i quali il tumore sfugge il controllo del sistema immunitario.
Gli inibitori del checkpoint (CPIs) anti-PD-1 quali Nivolumab e Pembrolizumab si sono dimostrati notevolmente efficaci inducendo tassi di remissione elevati con tossicità gestibili, e sono stati approvati per l'uso clinico nel linfoma di Hodgkin classico recidivato/refrattario, sia prima che dopo il trapianto dei pazienti. Questi dati suggeriscono la possibilità di sfruttare il blocco completo dell'asse PD-1/ Programmed death-ligand 1 (PD-L1) come strategia terapeutica in pazienti con linfoma di Hodgkin classico recidivato o refrattario. Atezolizumab è un anticorpo monoclonale umano di tipo IgG1 che ha come bersaglio il PD-L1 umano, di cui inibisce l’interazione con PD-1 e B7-1.
Attualmente sono in corso vari studi condotti con terapie di combinazione associando ad Atezolizumab chemioterapia standard o i più recenti agenti biologici sia in pazienti con tumori solidi in stadio avanzato o metastatici che in pazienti con neoplasie ematologiche. Il razionale di questi studi di combinazione degli inibitori dei checkpoint immunitari con la chemioterapia convenzionale è quello di migliorare l'attività antitumorale e di consolidare la risposta ottenuta con la chemioterapia senza aumentare significativamente la tossicità.
Per queste ragioni e con l'obiettivo di aumentare il numero di pazienti che raggiungono la remissione completa (CR) prima del trapianto autologo di cellule staminali, si presume che un salvataggio con BEGEV + Atezolizumab possa essere un approccio valido e razionale in pazienti con malattia ricaduta o refrattaria per i quali il salvataggio dovrebbe essere fatto seguire da terapia ad alte dosi + trapianto autologo di cellule staminali.
Ultimo aggiornamento: 16/05/2025