Studio di fase II a braccio singolo di cetuximab più chemioterapia a base di platino e taxani seguita da AVElumab e Cetuximab come terapia di prima linea per pazienti affetti da carcinoma squamocellulare della testa e del collo (HNSCC) ricorrente/metastatico (R/M) con punteggio positivo combinato PD-L1 (CPS) ≥1≤19: inversione della sequenza dell'immunoterapia.
Fase: Studi clinici di Fase II - III
Struttura Principale: Oncologia Medica 3 - Tumori testa-collo
Farmaco: Avelumab, Cetuximab
Patologie: Tumori della testa e del collo
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PI: Dott. Salvatore Alfieri
Lo studio AVEC-119 propone la combinazione di Cetuximab più chemioterapia a base di platino e taxani, per 3 cicli, seguiti da terapia di mantenimento con immunoterapia tipo Avelumab e con terapia a bersaglio molecolare tipo Cetuximab, quale trattamento di prima linea nei pazienti affetti da recidiva locale e/o metastasi a distanza di carcinoma squamoso del distretto testa e collo PDL1 (Programmed Death-Ligand 1) positivo.
Questo studio, condotto in ottemperanza alla normativa europea, è da ritenersi sperimentale, poiché la combinazione dei farmaci in studio non è stata ancora approvata dalle autorità sanitarie per questa neoplasia.
Il razionale dello studio si basa sul fatto che Cetuximab e gli agenti taxani, nell’ambito di regimi di polichemioterapia, possono cooperare sinergicamente attraverso i loro effetti immunostimolanti, migliorando così la risposta immunitaria.
L’obiettivo dello studio è infatti quello di proporre un regime di trattamento finalizzato a migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti, nonché ad aumentare le risposte antitumorali in questa specifica fase della malattia.
Nello specifico, l’attività antitumorale si esplica come segue:
- Cetuximab è un anticorpo monoclonale che ha affinità per il recettore di EGF (Epidermal Growth Factor), con conseguente inibizione della proliferazione tumorale, stimolazione della morte cellulare tumorale e prevenzione alla formazione di metastasi.
- Paclitaxel e Platino (cisplatino o carboplatino) sono agenti chemioterapici noti per la loro attività antineoplastica.
- Avelumab è un anticorpo monoclonale che si lega al ligando PD-L1 della proteina PD-1 (proteina 1 della morte cellulare programmata), ristabilendo così la risposta antitumorale da parte del sistema immunitario, mediante l’attivazione dei linfociti T e delle cellule Natural Killer, capaci di indurre la morte delle cellule tumorali.
Lo studio propone l’associazione di Cetuximab (infusione endovenosa a cadenza settimanale), con Paclitaxel e Platino (infusione endovenosa ogni 21 giorni), per 3 cicli, seguiti dalla schedula di combinazione di Avelumab + Cetuximab (infusioni endovenose ogni 15 giorni), come terapia di mantenimento.
La fattibilità dell’arruolamento nello studio dipende da: caratteristiche del paziente (dati demografici, storia oncologica e malattie concomitanti), esami di laboratorio e parametri radiologici, che verranno indagati attraverso precisi esami di screening, prima dell’avvio del trattamento. Tali esami si svolgeranno secondo tempistiche ben definite.
Il trattamento proseguirà fino a massima risposta e verrà interrotto solo in caso di:
- eventuale progressione di malattia
- eventuale tossicità inaccettabile
- e, come sempre accade in una sperimentazione, in caso di decisione del paziente (che continuerà ad avere accesso alle cure mediche e non rinuncerà ad alcun diritto legale o beneficio che le/gli spetti) e dello sperimentatore.
Il trattamento potrà indurre anche eventi avversi, più spesso noti, per i quali gli sperimentatori adotteranno strategie per ridurne l’intensità (es. con riduzioni di dose o pause terapeutiche) e per alleviare le manifestazioni (proponendo terapie sintomatiche).
Lo Staff coinvolto nello studio rimane a disposizione per informazioni più dettagliate (email: amo@istitutotumori.mi.it).
Ultimo aggiornamento: 19/05/2025