Trattamento con ormoni nella disforia di genere in età pediatrica
Trattamento con ormoni nella disforia di genere in età pediatrica
18 aprile 2024
Maura Massimino, Direttore di Oncologia Pediatrica, interviene alla Commissione Affari Sociali della Camera
Cautela sull’utilizzo degli ormoni nel trattamento della disforia di genere. Se ne è parlato recentemente alla Commissione Affari Sociali della Camera, cui è intervenuta la direttrice della divisione di Oncologia pediatrica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano Maura Massimino, per arrivare a una risoluzione sulla definizione delle linee guida per il trattamento di questa condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso biologico.
A oggi, per aiutare le persone che soffrono di questa condizione può essere sufficiente il supporto dello psicologo e/o del medico psichiatra, ci sono tuttavia alcuni casi in cui si ha la necessità di modificare il proprio corpo attraverso trattamenti ormonali e/o chirurgici. Di particolare delicatezza è la presa in carico dei soggetti con disforia di genere che sono ancora minorenni e soprattutto la somministrazione dei trattamenti ormonali a base di triptorelina che hanno lo scopo di “sospendere temporaneamente” lo sviluppo puberale.
Nei minori, la somministrazione di ormoni non dovrebbe essere prescritta se non in casi estremamente selezionati e sulla base di solide motivazioni, in un contesto multidisciplinare dove le cause del forte disagio siano esaminate sotto tutti i punti di vista e non siano solo quelle riferite dai bambini e dai loro genitori” – spiega Massimino – Il problema è che non esistono a oggi studi approfonditi sugli effetti collaterali di questo trattamento nei bambini e negli adolescenti, di entrambi i sessi, che soffrono di disforia di genere. È assolutamente fondamentale quindi procedere a una valutazione attenta e individuale, considerando la mancanza di strumenti predittivi per gli effetti a lungo termine quali difficoltà nell'apprendimento, riduzione della densità ossea, ansia, depressione, aumento di massa grassa, riduzione della fertilità e, probabilmente, non-risoluzione del quadro depressivo”.
L’impiego della triptorelina è oggi indicato per il trattamento di alcune patologie oncologiche e dal 2018 è consentito fuori indicazione in casi selezionati di disforia di genere in età pediatrica per bloccare la pubertà fisiologica e attivare, successivamente, la transizione di genere.