Trattamento chirurgico del retroperitoneo

La chirurgia del retroperitoneo è la linfoadenectomia retroperitoneale. Si tratta di una chirurgia molto sofisticata, che richiede un’elevata esperienza. Consiste nell’asportazione di tessuto nel retroperitoneo (distretto anatomico dove si trovano i reni e i grossi vasi quali la vena cava inferiore e l’aorta addominale)  che contiene i linfonodi che drenano il testicolo, secondo una disposizione topografica precisa, a seconda del lato di malattia e dell’estensione di malattia.

Si tratta di un intervento addominale maggiore, la cui efficacia è funzione della radicalità. Gli effetti collaterali sono quelli della chirurgia addominale, ma, in mani esperte, le complicanze generiche sono ridotte. L’introduzione della chirurgia mini-invasiva (laparoscopica) ha ulteriormente e significativamente ridotto la durata del postoperatorio, la necessità di terapia antidolorifica e il periodo di convalescenza.

Un rischio teoricamente sotteso a questo intervento è la perdita dell’eiaculazione anterograda (uscita del seme durante il rapporto sessuale). Tuttavia, anche questo rischio è assai ridotto se l’intervento è condotto in ambienti dedicati e da chirurghi esperti.

L’indicazione all’intervento può riguardare alcuni pazienti con non-seminoma e malattia iniziale,  tutti i pazienti che dopo completamento di chemioterapia per non-seminoma hanno un residuo di malattia superiore a 1 cm. Nel seminoma l’indicazione a linfoadenectomia retroperitoneale  riguarda pochi pazienti con determinate caratteristiche, e deve essere presa in considerazione dopo accurata illustrazione delle alternative di trattamento.